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coltivare un bonsai

F. Microcarpa

In un piccolo villaggio giapponese, viveva un anziano maestro bonsaista chiamato Haruki. Ogni mattina, prima di toccare i suoi bonsai, si sedeva in silenzio davanti al più antico tra loro: un pino modellato per oltre cinquant’anni. I discepoli, impazienti di imparare le tecniche di potatura e piegatura, non capivano perché il maestro perdesse tempo in quella meditazione.

Un giorno, uno di loro gli chiese:
«Maestro, perché non ci insegni di più sulla forma, sui fili, sulla bellezza esteriore?»

Haruki sorrise e rispose:
«Un bonsai è come la vita. Non cresce in fretta e non si forza. Va compreso. Ogni curva, ogni ramo, racconta un conflitto risolto con pazienza, una scelta fatta con consapevolezza. Come dice il filosofo Lao Tzu: “La natura non ha fretta, eppure tutto si compie.”»

Poi indicò il suo pino.
«Questo non è solo un albero. È il diario della mia vita. I momenti di dolore li vedi nei rami più piegati. Le gioie nei rami slanciati verso il cielo. Coltivare un bonsai è coltivare se stessi.

Questa storia riflette l’idea zen che il bonsai non è solo arte, ma un percorso di introspezione, pazienza e armonia con il tempo.